Shapeless Zine intervista Osvaldo Indriolo

Shapeless Zine intervista Osvaldo Indriolo: “se per caso qualche brano dovesse avere una o più sezioni che abbiano un sound Dream Theater, lo scartiamo immediatamente”.

I Wood Of Light provengono da Treviso e suonano un prog metal decisamente interessante.
Abbiamo scambiato due parole con il tastierista Osvaldo Indriolo.

Ciao, parlami brevemente dei Wood Of Light… chi siete, da dove venite, dove volete arrivare…

Ciao Max! I Wood of Light sono un progetto che ho desiderato per molto tempo e che ha iniziato a prender vita nel 2004 dopo l’incontro col nostro ex-batterista. Col tempo si è stabilita una line-up e abbiamo prodotto due EP, “Materioteca 07” e “Materioteca 08” che hai avuto modo di ascoltare!

Le intenzioni sono sempre state molto serie fin dall’inizio… la nostra speranza è quella di riuscire a vivere con la musica e di poter fare i musicisti a tempo pieno. Siamo consapevoli del fatto che si tratti di un obiettivo molto difficile da raggiungere ma siamo allo stesso tempo molto determinati e cerchiamo di essere il più professionali possibile in ogni aspetto!
Proprio per questo motivo lo scorso anno, dopo l’uscita di Materioteca 08, alcuni di noi hanno valutato effettivamente quanto per loro i Wood of Light contassero e, soprattutto, se era realmente loro primaria intenzione lavorare a pieno sul progetto e, in generale, sulla prospettiva di suonare non solo come hobby, ma anche come possibile lavoro.
Per questo motivo abbiamo preso la serena e unanime decisione di sostituire cantante e batterista, accogliendo al loro posto il nuovo vocalist Simone Colman e il nuovo batterista Davide Schimd con i quali stiamo lavorando ad un disco molto impegnato.

Provare a vivere di musica è sicuramente una scelta coraggiosa. Magari tra lezioni e altri progetti può essere anche una cosa fattibile, per quanto difficile. Quanti di voi insegnano già? Avete inoltre altri progetti musicali?

Non abbiamo altri progetti musicali di particolare rilevanza al di là di qualche collaborazione in alcune cover band.
Simone e Davide insegnano, il primo presso l’Associazione Voice Care a S.Croce del Lago (BL), il secondo privatamente.

“Materioteca 08” vede tre brani in scaletta per 20 minuti… avete mai pensato di fare un CD “intero” o pensate sia più utile, al momento, concentrarsi su “poca roba ma fatta bene”?

Al momento della “progettazione” di Materioteca 08, non avevamo materiale sufficiente per fare un disco, ma soprattutto non avevamo nemmeno intenzione di pubblicarne uno, essendo dei perfetti sconosciuti, se non in ambito locale. Abbiamo quindi preferito la strada degli EP: la filosofia “poco ma buono” è stata vincente, dato che con il biglietto da visita “Materioteca 08”, abbiamo suscitato l’interesse di Alkemist Fanatix Europe, un’agenzia di promozione e managment. Abbiamo iniziato a lavorare su un disco completamente inedito che, grazie a questa collaborazione, vedrà la partecipazione di un produttore di fama internazionale, e sotto contratto di una importante label che prevede una distribuzione mondiale. Crediamo molto in questo nuovo capitolo che, vista la sua entità, si può considerare il nostro primo vero lavoro.

Dicci qualcosa in più su questo nuovo lavoro! E quando potremo ascoltare qualcosa di nuovo?

Contiamo di entrare in studio non oltre la primavera del 2011. E’ un disco sul quale stiamo lavorando da più di un anno e crediamo possa avere veramente del materiale interessante che va decisamente oltre al tipico sound progressive metal. Abbiamo volutamente evitato certi cliché che caratterizzano il genere e abbiamo dato molta più rilevanza alle ritmiche e alla creazione di ambienze capaci di esaltare i temi trattati nel disco, un album in cui è presente un elemento tematico che collega i brani tra loro, ossia un “sentimento” visto e approfondito secondo diversi punti di vista.
Raramente sarà possibile ascoltare dei “reprise”… spesso sono mascherati, altre volte appena accennati… solo ed esclusivamente per creare una coerenza emozionale che inoltre rende omogeneo il prodotto.
Tra poco entreremo in pre-produzione dove rivisiteremo assieme al produttore i brani perché abbiano una resa ottimale!

Tornando a Materioteca 08, mi ha colpito molto il secondo pezzo in scaletta (“Dyingasping For Breath”), piuttosto originale nell’arrangiamento e nella scrittura… vuoi parlarcene?

Dyingasping For Breath nasce come sezione strumentale di 00.74 AM (The Secret). Quest’ultimo brano ha subito varie modifiche e la sua composizione si è trascinata per quasi due anni.
Nella versione che è possibile ascoltare in Materioteca 08, la parte strumentale non aveva quindi alcun senso e allora abbiamo deciso di crearne un pezzo strumentale che funzionasse da solo.
Personalmente sono soddisfatto di Dyingasping For Breath: sono convinto che non si tratti di un brano che funziona perfettamente e dopo vari ascolti può iniziare a “stancare”… e già dal titolo si può capire che questo era l’intento compositivo! Ossia creare una sensazione di “affanno” e “soffocamento”!
Abbiamo sfruttato i difetti del brano per renderlo caratteristico… un po’ come fece Chaplin coi suoi piedi a papera!Per me un brano decisamente riuscito! Lo vedrei bene come sottofondo a qualche scena di film… Vi piacciono le colonne sonore?

Certo! Le colonne sonore hanno un’importanza fondamentale per la lettura complessiva di un opera cinematografica! Inversamente i brani sono “colonne sonore” di videoclip costruiti ad-hoc!
Mi piacciono molto i lavori di Joe Hisaishi e Thomas Newman…

Quante volte provate insieme in sala prove? I brani nascono lì o le migliori idee vengono “a casa”?

Negli ultimi tempi abbiamo perfezionato il metodo compositivo. Le idee melodiche principali vengono quasi sempre a casa. In sala ci soffermiamo a studiare le ritmiche e parte degli arrangiamenti.
Poi spesso la cosa difficile è iniziare un brano, proprio perché vogliamo che sia tutto il meno scontato possibile e i primi secondi influenzano tutto l’ascolto successivo.
Quindi ci capita di suonare in sala dalle due alle tre volte a settimana, come potrebbe accadere di non provare per decine di giorni finché qualcuno non ha una proposta valida da sottoporre alla band.

Oltre ai Dream Theater… quali pensate siano le vostre maggiori influenze?

I Dream Theater sono stati sicuramente una band che ci ha influenzati molto, soprattutto all’inizio della nostra esperienza, ma sinceramente ora non li prendiamo più in considerazione, anzi, se per caso qualche brano dovesse avere una o più sezioni che abbiano un sound Dream Theater, lo scartiamo immediatamente.
Significherebbe che non avrebbe nulla di originale e avremmo fallito nel nostro obiettivo.

Oggi ascolto veramente di tutto… recentemente, ad esempio, ho scritto un solo per pianoforte che deriva, concettualmente, da uno swing di Django Reinhardt, nonostante poi il risultato finale sia qualcosa di totalmente diverso. Amo gli arrangiamenti e i testi di Battiato, mi piace la grinta degli ultimi Queen… cito “Gimme the Price” o “Was It All Worth It” ad esempio…
Come band, ci interessano molto le figure musicali degli Opeth, o l’uso ritmico della chitarra dei Pain of Salvation… siamo attenti ai lavori dei Porcupine Tree, ma spaziamo nel considerare artisti anche totalmente fuori dal panorama metal e progressive.
Come singoli, ognuno ha un suo bagaglio musicale diverso ma, e questo è il bello, complementare.

Suggeritemi qualche buon gruppo uscito recentemente… e anche qualcuno più vecchio…

Io sono particolarmente interessato alla musica emergente, non solo in ambito Progressive. Ci sono tantissime ottime proposte… della nostra zona, con alcune pubblicazioni attive, potrei citarti gli Amantyde, i Margareth, i Ventidue, e tante altre validissime band alle quali auguro un percorso ricco di soddisfazioni.

Comprate CD o scaricate musica? Se entrambe le cose… in che percentuale, più o meno?

Siamo contrari alla pirateria, anche perché sarebbe una contraddizione assurda pensare che siamo musicisti associati alla SIAE e che il nostro primo obiettivo e vendere in nostri dischi.
Io personalmente sono sempre stato molto contrario alla pirateria. Questo non solo per un motivo morale, ma anche perché mi piace avere il prodotto nella sua interezza. Un disco è fatto non solo dalla musica, ma anche dall’artwork, da quello che l’artista dice nel booklet, dal valore intrinseco che ha quell’oggetto.
La pirateria ha tolto la dignità ai musicisti… ho visto recentemente un documentario su questo argomento e mi ha colpito molto il modo in cui vengono celebrati personaggi come Fanning e Parker (i creatori di Napster)…
Il lavoro del musicista è stato completamente stuprato se lavori in una band. Se ti chiami “Metallica” allora hai perdite di centinaia di migliaia di dollari… ma di sicuro hanno tutti i mezzi per tirare avanti. Se invece sei una band emergente, magari riesci ad emergere con più facilità, ma li rimani… un emergente, perché non avrai mai i mezzi per investire sulla tua immagine, sulla strumentazione e per vivere…
Solo ora, finalmente, si iniziano a vedere degli accordi nell’interesse dei musicisti e della musica con i recenti accordi sottoscritti tra SIAE e Youtube.

Cosa pensi dei giornali di musica e delle webzine? Pensi che quest’ultime siano utili in qualche modo oppure il panorama ti sembra troppo inflazionato?

Trovo che siano un ottimo mezzo per diffondere la cultura musicale… ovviamente per chi ha la passione e l’interesse di ampliare il proprio panorama di conoscenze. Oggi esistono riviste cartacee e web molto specifiche, che si dedicano a ogni genere musicale e che esplorano tutto molto in dettaglio…
Per quanto mi riguarda, le testate giornalistiche risentono molto della passione del loro staff… se questa è presente, il prodotto è quasi sempre ottimo!

Per quanto riguarda i concerti… vi siete esibiti spesso dal vivo? Oggi ci sono sicuramente più strutture di venti/trent’anni fa… ma forse manca il pubblico, spesso formato da musicisti. C’è molta più offerta, molti più concerti e per forza di cose alcuni locali rimangono deserti o quasi… com’è la situazione dalle vostre parti?

Abbiamo fatto un numero discreto di live in questi anni… ma non abbiamo girato molto sia perché abbiamo sempre dato la priorità alla composizione, sia perché la situazione é veramente preoccupante. Manca la cultura da parte del pubblico di ascoltare nuove proposte musicali, c’è poco interesse e questo è un dato di fatto. Non parlo dei Wood of Light, ma parlo di tutte le band. O susciti particolare interesse perché la gente “si diverte”, e quindi hanno la strada spianata moltissimi gruppi Ska e Punk-Rock, oppure devi veramente trovare l’evento giusto con la gente giusta al momento giusto. E questo è molto difficile.
Quest’anno ho avuto una bruttissima sensazione quando all’Heineken Jammin Festival, il primo giorno in cui hanno suonato gli Aerosmith, ho visto che era presente un second stage che ospitava nel pomeriggio un gruppo emergente, distante qualche centinaio di metri dal palco principale. A questo evento erano presenti decine di migliaia di persone e posso giurare che non più di venti persone, probabilmente amici, erano interessate al gruppo emergente. La stessa scena l’ho rivista il giorno dopo all’evento dei Green Day (poi cancellato a causa di un nubifragio), e l’ultimo giorno con i Pearl Jam. Questo ti fa capire come sia la situazione… non ha quindi senso fare un gran numero di date, soprattutto nel nostro caso che suoniamo progressive.
La carta vincente potrebbe essere quella di fare “da spalla” ad una band con una buona fama e seguirli in tour, oppure iniziare ad avere una comunicazione molto spinta sui media, soprattutto TV e radio che ti permetta di avere quel minimo di credibilità perché la gente si senta indotta a poter trovare qualcosa di interessante in quello che proponi…

Aggiungete qualcosa a vostro piacimento…

Ti ringrazio per la disponibilità che hai dato a me e ai Wood of Light e saluto con affetto tutto lo Staff di Shapeless Zine!

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