Metal Empire su Materioteca 08

Metal Empire promuove a pieno titolo Materioteca 08: “… mi hanno a dir poco deliziato con la loro professionale capacità di suonare bene e con la giusta ispirazione”

Mi ero quasi rassegnato all’idea che il 99% dei gruppi Prog italiani fosse di infima qualità o, comunque, privi della personalità necessaria per salire la china. Devo ricredermi. I Wood of Light, band veneta attiva dal 2004 e con all’attivo una demo datata 2007, mi hanno a dir poco deliziato con la loro professionale capacità di suonare bene e con la giusta ispirazione un genere inflazionato e spremuto all’osso come il Progressive.
Composto da 3 tracce, Materioteca 08” è un EP d’esordio che lascia il sorriso sulle labbra per la semplicità con la quale si lascia ascoltare. A partire dalle durate delle canzoni che, alleluja, sono variabili e per nulla fossilizzate nello standard chilometrico che per molti sembra più un dogma che una vera necessità artistica. Musicalmente, come detto prima, i Wood of Light interpretano con estrema chiarezza e semplicità gli insegnamenti dei Dream Theater, come nella iniziale ProjecT.I.C., brano d’apertura massiccio e ben strutturato che, permettetemi il paragone, spesso e volentieri strizza anche l’occhio ai Faith No More; e credetemi, è un gran complimento.
Di diverso tipo è la successiva semi-strumentale Dyingasping For Breath la cui splendida introduzione di pianoforte ci introduce ad un brano dal gusto quasi “ottantino” che, fra stacchi e brevi virtuosismi per nulla invadenti, si lascia ascoltare senza problemi.
Conclude 00.74 AM (The Secret), brano dalle sonorità prevalentemente Prog Rock suddiviso in due blocchi, il primo acustico ed il secondo elettrico, che, come per le precedenti composizioni, lascia una piacevole sensazione nell’ascoltatore.

La produzione dell’EP è a dir poco ottimale con suoni puliti e ben missati in fase di chiusura. L’unico appunto che mi viene da fare è sulla voce di Paolo Guerra, frontman della band, che in più parti nella prima traccia appare in difficoltà, soprattutto nei cambi di intonazione; il mio consiglio più vivo è di sfruttare al meglio le potenzialità di quella che è una voce dalla ottima timbrica e colore evitando di farla incappare in parti che non le sono propriamente consone.
Un ottimo esordio dunque per i Wood of Light sperando di risentirli presto con materiale di altrettanto valore.

A cura di Thorgrim

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